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(Fonte: RovigoOggi) - Da Bruxelles arriva la considerazione positiva sul verdetto del tribunale di Rovigo da parte di Andrea Zanoni, che lancia un segnale al governo Renzi: si studino norme di eco sostenibilità - L'eurodeputato Andrea Zanoni plaude alla sentenza di condanna di alcuni vertici di Enel per l'inquinamento della centrale di Porto Tolle: “Chi ha inquinato paghi. Adesso Enel e la Regione abbandonino per sempre il progetto di riconversione a carbone della centrale”.
“La giustizia descrive la condotta tenuta per la gestione della centrale termoelettrica di Porto Tolle, Rovigo, come fautrice di un disastro ambientale, con conseguente pericolo per la pubblica incolumità. Adesso mi auguro che le sentenze vengano rispettate e che per le nomine in vista di Eni, Enel e Terna si tenga conto dell’eco sostenibilità”. E' il commento dell'eurodeputato del Partito Democratico Andrea Zanoni, membro della commissione Envi ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo, alla sentenza di primo grado a tre anni di reclusione per danni ambientali gli ex vertici dell'Enel, Franco Tatò e Paolo Scaroni, per l'inquinamento prodotto dalla centrale elettrica di Porto Tolle che ha utilizzato finora olio combustibile.
“E' da anni che, i cittadini si battono contro questa centrale per far valer il sacrosanto principio del chi inquina paga ed evitare che la sua riconversione a carbone ci faccia passare dalla padella alla brace – incalza Zanoni – Se da una parte mi auguro che, qualora la sentenza di condanna sia confermata in appello, i responsabili di questo inquinamento siano messi di fronte alla proprie responsabilità, dall'altra voglio proprio sperare che, di fronte a questi scandali, la riconversione a carbone di Porto Tolle, tanto voluta da Enel e dalla Regione Veneto, venga cestinata una volta per tutte. Non possiamo permetterci di scoprire, tra qualche anno, un altro disastro ambientale questa volta causato dalla combustione del carbone”.
Zanoni è intervenuto varie volte in Europa per evitare questa riconversione spacciata come “pulita” da Enel e fortemente osteggiata dalla popolazione e da associazioni ambientaliste come Greenpeace.
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